sabato 17 aprile 2010

La risposta al blog Lettera 32 "Io faccio il cronista. Ed adoro le svedesi.

Pubblichiamo il commento inviato  al Blog lettera 32 sul servizio "Io faccio il cronista..." di Luca Pelusi.

Caro Luca, ti pare che non commenti! Sono molto contento per te per la tua piccola storia con la Svedese, almeno hai vissuto in Toscana un'aria diversa ed ammirato un paesaggio diverso...La Toscana, la sua storia e la sua cultura; immagino che la Svedese sia venuta in Toscana per ragioni di studio e di cultura, non so. Tutti noi abbiamo o abbiamo avuto una storia, io, per esempio, le storie da sempre le vivo ogni notte, con le mie letture, con i miei appuntamenti con un LIBRO che mi aspetta come un amico costante con il quale devo coltivare un rapporto sublime nel silenzio della lettura. Ma questa è un'altra storia. Ecco perchè non sono d'accordo con te su "quì è tutta campagna"; non è vero, ci sono persone che leggono studiano e si coltivano l'animo, Mosciano è cresciuta. Ora per cultura certamente non deve intendersi "erudizione" (aridaglie); cultura è il sentimento leale di essere e non esistere con tutti i peccati le colpe e i meriti sempre nel segno del dubbio e della sospensione del giudizio; cultura è sensibilità, gusto, animo. E per questo, caro Luca che Radici, si diverte come fai tu ma anche in un'altra direzione: noi scriviamo, come dice Padellaro, per noi stessi, la cronaca è l'ultima cosa perchè, se presa in assoluto, non permette di esercitare quel necessario giudizio del mondo che ci circonda, sia in campo politico che in altri campi. E la funzione del giornalista, tu sai che sono un pubblicista con un DNA di passate esperienze anche innalzanti, è di raccontare ma anche intepretare nei modi che ritiene opportuno e che sa fare, anche con citazioni, che come dici tu non sono barocche (bisognerebbe capire il termine barocco) o iperboliche.
Ora Mosciano e le testate giornalistiche (che brutta espressione !) hanno certo una funzione divulgativa ma anche intepretativa e di opinione (ci mancherebbe altro). L'espressione "minestrone" mi ricorda altra critica: protesto. Tu sai quanto è difficile raccogliere, impaginare, produrre...i mie collaboratori e io stesso lo facciamo, in una varietà sostanziale ma sempre nel segno di quella direttiva di cui ho parlato.
Per il "sintetico" non lo puoi dire a fronte di altri articoli lenzuoli. Al contrario di te, a me a noi di Radici (che è espressione dell'Associazione culturale 1987), interessa la crescita culturare del "Paese Mosciano", da sempre, perchè, e tu lo sai benissimo, con la crescita culturale si elegge una classa dirigente non cieca, non bigotta, non iposcrita, e non delle mezzze calzette di amministratori (e quì mi scateno); quelli sì non valgono nemmeno un fico secco e hanno fatto e continuano a fare danni a ripetizione (vedi l'urbanistica maccheronica, le opere pubbliche inutili ecc..). Teleradici è un altro capitolo, tu sai le lotte e l'ostracismo di quelle mezze calzette e di certa parte politica che odiava la comunicazione paesana, perchè no anche quella certa sinistra. Il gornale Radici non ha mai cessato di esercitare il suo messaggio, lo ha fatto in altra piazza e tu non lo sai, oggi è più vivo che mai grazie alla buona volontà e all'aiuto di amici sinceri (la maggior parte giovani) ai quali va ancora un mio immenso ringraziamento; e l'Associazione opera non solo a livello di giurnale o testata; vedi in un anno con la lista Nuovi Orizzonti cosa hanno combinato questi ragazzi che hanno il coraggio di parlare alla gente in piazza, è mai successo a Mosciano ?
E poi, come tu giustamente dici, se non si vuol capire, va bene lo stesso, almeno ci resta sempre la SATIRA: nei prossimi gorni le vedrete delle belle! Cari saluti. Peppino Massi.

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