MONUMENTI
“Exegi monumentum aere perennius…non omnis moriar multaque pars mei vitabit Libitinam”; così Quinto Orazio Flacco.
E’ vero che parlava della sua opera poetica, ma i pregevoli versi costruiscono uno dei fondamentali momenti di cui l’uomo si attribuisce e si gloria per il “ricordo”. Il Monumento, dal latino “monumentum” ha sua etimologica derivazione da “monere”, ricordare, con riferimento originario ad un’opera architettonica di grande valore artistico, per assumere, in seguito, il significato più ampio come la funzione commemorativa di un personaggio storico o un avvenimento, oltre quello funerario.
Nella nostra Mosciano, se si va a riguardare il sito ufficiale comunale, alla voce “Monumenti” sono citate solo le chiese e la Torre Acquaviva, ma è ignorata la lapide commemorativa della Grande Guerra. L’Associazione culturale Radici ha più volte segnalato la necessità di dotare la nostra Mosciano di monumenti o lapidi, chiamateli come volete, che ricordino i nostri uomini illustri, come Aurelio Saliceti, in nostri Garibaldini Del Zoppo e anche lo stesso pittore Maestro Patella, non bastano le semplici intitolazioni di strade. Il segno della storia e del rispetto degli uomini che hanno tracciato fulgidi esempi del passato, non è una mera esercitazione costruttiva di abbellimento, ma è l’autentica testimonianza di un popolo, di una comunità che ricorda e rende omaggio ai suoi figli. E quel popolo, quella comunità che ignora e vive alla giornata dietro il “quotidiano”, non avrà mai un futuro degno di rispetto, anche per le future generazioni.
Prendete ad esempio la strenua lotta assunta dall’Associazione Radici sulla necessità di salvare quella mattonella datata 1397, e testimonianza del tempo proprio di quella torre Acquaviva che tutti i moscianesi prendono a paragone, con orgoglio ed a ragione. Quando un popolo ignora questi sentimenti e questi principi, vi è prova che in quella comunità non alberga la cultura o la sensibilità storica. Voglio sperare che gli uomini di buona volontà che ancora esistono, raccolgano questo “grido di dolore” e smettano una buona volta di essere cinici; è troppo forte ? No, è un semplice modesto invito collocato in una pagina di questo giornale, con la speranza di una risposta seria. Giuseppe Massi.
Articolo pubblicato sul Giornale "La Piazza" n.4 aprile 2011.
giovedì 14 aprile 2011
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