sabato 30 aprile 2011
domenica 24 aprile 2011
25 APRILE 1945
Il 25 aprile 1945 AVEVO QUATTRO ANNI E OTTO MESI.
NON HO VISSUTO QUEL GIORNO, MA HO VISTO GLI APPARECCHI ALLEATI BOMBARDARE GIULIANOVA, DALLA NOSTRA FINESTRA AFFACCIATA SULLA COSTA, IN UNA NOTTE ILLUMINATA A FUOCO DALLA CONTRAEREI, DOPO LA MARCIA IN VIA POMPIZI DELLA MIA MOSCIANO, DI UNA COLONNA DI SOLDATI STANCHI E DISPERATI E DI CUI NON CONOSCEVO LA NAZIONALITA' O L'APPARTENENZA. DA QUEI GIORNI SONO TRASCORSI ANNI, COME UN SECOLO, ED ANCORA OGGI SENTO LA COMMOZIONE ED IL SACRO RISPETTO PER TUTTI QUEGLI EROI CHE DONARONO LA VITA PER LA NOSTRA DEMOCRAZIA E PER LA NOSTRA CARTA COSTITUZIONALE, FATTA A PEZZI DA UNA CLASSE POLITICA DI IMBECILLI, PROFITTATORI, CORROTTI, IPOCRITI, BUGIARDI, LADRI...
CHI DISDEGNA IL RICORDO E' SOLO UN VEGETALE, VOTATO AD UNA VITA INUTILE E CHI NON OSANNA ALLA LOTTA DI LIBERAZIONE E' UN NEMICO DELLA DEMOCRAZIA.
***
ANCHE NEL NOSTRO PICCOLO E' NECESSARIO UN COMITATO DI LIBERAZIONE, QUESTA VOLTA COMUNALE, PER LIBERARE LA NOSTRA MOSCIANO DA INETTI ED INCAPACI.
GIUSEPPE MASSI-COMANDANTE UNO DEL C.L.C.
NON HO VISSUTO QUEL GIORNO, MA HO VISTO GLI APPARECCHI ALLEATI BOMBARDARE GIULIANOVA, DALLA NOSTRA FINESTRA AFFACCIATA SULLA COSTA, IN UNA NOTTE ILLUMINATA A FUOCO DALLA CONTRAEREI, DOPO LA MARCIA IN VIA POMPIZI DELLA MIA MOSCIANO, DI UNA COLONNA DI SOLDATI STANCHI E DISPERATI E DI CUI NON CONOSCEVO LA NAZIONALITA' O L'APPARTENENZA. DA QUEI GIORNI SONO TRASCORSI ANNI, COME UN SECOLO, ED ANCORA OGGI SENTO LA COMMOZIONE ED IL SACRO RISPETTO PER TUTTI QUEGLI EROI CHE DONARONO LA VITA PER LA NOSTRA DEMOCRAZIA E PER LA NOSTRA CARTA COSTITUZIONALE, FATTA A PEZZI DA UNA CLASSE POLITICA DI IMBECILLI, PROFITTATORI, CORROTTI, IPOCRITI, BUGIARDI, LADRI...
CHI DISDEGNA IL RICORDO E' SOLO UN VEGETALE, VOTATO AD UNA VITA INUTILE E CHI NON OSANNA ALLA LOTTA DI LIBERAZIONE E' UN NEMICO DELLA DEMOCRAZIA.
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ANCHE NEL NOSTRO PICCOLO E' NECESSARIO UN COMITATO DI LIBERAZIONE, QUESTA VOLTA COMUNALE, PER LIBERARE LA NOSTRA MOSCIANO DA INETTI ED INCAPACI.
GIUSEPPE MASSI-COMANDANTE UNO DEL C.L.C.
sabato 23 aprile 2011
In corso di stampa.
L'OROLOGIAIO QUASI MUTO E ALTRE STORIE.
Giuseppe Vitaliano MASSI
Storie di Musiano e dintorni.
Giuseppe Vitaliano MASSI
Storie di Musiano e dintorni.
venerdì 22 aprile 2011
RADICI -EDITORIALE APRILE 2011- BUONA PASQUA
BUFFONI, VE LO DO IO IL DESTINO!
Il destino di un claun (IRONICO ALLA FUTURISTA)
Il destino di un buffone
Il destino di un bugiardo
Il destino di un prescritto
Il destino di un corruttore
Il destino di un culo flaccido
Il destino delle sciacquette caricate a molla e delle donnette di plastica
Il destino dei suoi servi
Il destino di un venditore di fumo
Il destino di un megalomane
Il destino del suo tramonto
Il destino del suo destino.
AMEN “E CHE NON SE NE PARLI PIU’(Totò).
Giuseppe Massi.
INTORNO ALLA CULTURA MOSCIANESE
“Tu con questa cultura hai rotto i coglioni!” Mi disse un grande della sinistra moscianese che, per la verità, mai profittò della politica per sistemare sé e la sua famiglia, come altri (onore a lui, è anche mio stimato amico); erano gli anni ottanta, quando io e Radici li pressavamo, inutilmente; poi fecero la CONSULTA DELLA SCULTURA, FALLITA MISERAMENTE.
Oggi parlano di cultura in questo misero mondo di pollaio sfatto. Bene, avanti, mostriamo quello che sappiamo fare,quello che sapete fare, al di la’ dei ringraziatori di turno nelle adunate targhettare e nelle occasioni di fantastiche somministrazioni di cittadinanze onorarie o disonorarie, con coppe e coppette, medaglie e medagliette, diplomi e diplometti.
Quanto tempo è passato ? Quanto ne passerà ancora? Certo, se da una parte si osservano timidi vagiti,e segnali di ravvedimento da parte dei volenterosi, dall’altra gli ortodossi imbecilli ancora resistono, data la loro incapacità di vedere oltre il loro naso ad ombrello. Sono in tutt’altre faccende affaccendati, come una volta e peggio di una volta, con la loro sottomissione all’affarismo, alla “locupletatio” criccara o cupolara, all’asservimento all’urbanistica all’amatriciana propinata dai furbetti, all’inciucio…
Hai voglia a combattere! Ti ritrovi sempre quelle facce scure, quei portamenti arroganti, quelle comparsette inutili, quella chiusura da idioti, perché questo è il loro destino, prigionieri di se stessi e del loro insignificante destino, mentre la nostra società marcisce in un isolamento mortale, proprio in ragione dell’assenza della CULTURA CHE NON E’ MERO ESERCIZIO DELLE MANIFESTAZZZZZIONI PIAZZAIOLE DEI SOLITI RINGRAZIATORI.
Ma altri Mondi ed altri Orizzonti si affacciano nel futuro e gli imbecilli scompariranno nell’ignavia di sempre, nell’ombra, insomma, della loro inutile esistenza.
Giuseppe Massi
Il destino di un claun (IRONICO ALLA FUTURISTA)
Il destino di un buffone
Il destino di un bugiardo
Il destino di un prescritto
Il destino di un corruttore
Il destino di un culo flaccido
Il destino delle sciacquette caricate a molla e delle donnette di plastica
Il destino dei suoi servi
Il destino di un venditore di fumo
Il destino di un megalomane
Il destino del suo tramonto
Il destino del suo destino.
AMEN “E CHE NON SE NE PARLI PIU’(Totò).
Giuseppe Massi.
INTORNO ALLA CULTURA MOSCIANESE
“Tu con questa cultura hai rotto i coglioni!” Mi disse un grande della sinistra moscianese che, per la verità, mai profittò della politica per sistemare sé e la sua famiglia, come altri (onore a lui, è anche mio stimato amico); erano gli anni ottanta, quando io e Radici li pressavamo, inutilmente; poi fecero la CONSULTA DELLA SCULTURA, FALLITA MISERAMENTE.
Oggi parlano di cultura in questo misero mondo di pollaio sfatto. Bene, avanti, mostriamo quello che sappiamo fare,quello che sapete fare, al di la’ dei ringraziatori di turno nelle adunate targhettare e nelle occasioni di fantastiche somministrazioni di cittadinanze onorarie o disonorarie, con coppe e coppette, medaglie e medagliette, diplomi e diplometti.
Quanto tempo è passato ? Quanto ne passerà ancora? Certo, se da una parte si osservano timidi vagiti,e segnali di ravvedimento da parte dei volenterosi, dall’altra gli ortodossi imbecilli ancora resistono, data la loro incapacità di vedere oltre il loro naso ad ombrello. Sono in tutt’altre faccende affaccendati, come una volta e peggio di una volta, con la loro sottomissione all’affarismo, alla “locupletatio” criccara o cupolara, all’asservimento all’urbanistica all’amatriciana propinata dai furbetti, all’inciucio…
Hai voglia a combattere! Ti ritrovi sempre quelle facce scure, quei portamenti arroganti, quelle comparsette inutili, quella chiusura da idioti, perché questo è il loro destino, prigionieri di se stessi e del loro insignificante destino, mentre la nostra società marcisce in un isolamento mortale, proprio in ragione dell’assenza della CULTURA CHE NON E’ MERO ESERCIZIO DELLE MANIFESTAZZZZZIONI PIAZZAIOLE DEI SOLITI RINGRAZIATORI.
Ma altri Mondi ed altri Orizzonti si affacciano nel futuro e gli imbecilli scompariranno nell’ignavia di sempre, nell’ombra, insomma, della loro inutile esistenza.
Giuseppe Massi
giovedì 21 aprile 2011
giovedì 14 aprile 2011
Monumenti per Mosciano
MONUMENTI
“Exegi monumentum aere perennius…non omnis moriar multaque pars mei vitabit Libitinam”; così Quinto Orazio Flacco.
E’ vero che parlava della sua opera poetica, ma i pregevoli versi costruiscono uno dei fondamentali momenti di cui l’uomo si attribuisce e si gloria per il “ricordo”. Il Monumento, dal latino “monumentum” ha sua etimologica derivazione da “monere”, ricordare, con riferimento originario ad un’opera architettonica di grande valore artistico, per assumere, in seguito, il significato più ampio come la funzione commemorativa di un personaggio storico o un avvenimento, oltre quello funerario.
Nella nostra Mosciano, se si va a riguardare il sito ufficiale comunale, alla voce “Monumenti” sono citate solo le chiese e la Torre Acquaviva, ma è ignorata la lapide commemorativa della Grande Guerra. L’Associazione culturale Radici ha più volte segnalato la necessità di dotare la nostra Mosciano di monumenti o lapidi, chiamateli come volete, che ricordino i nostri uomini illustri, come Aurelio Saliceti, in nostri Garibaldini Del Zoppo e anche lo stesso pittore Maestro Patella, non bastano le semplici intitolazioni di strade. Il segno della storia e del rispetto degli uomini che hanno tracciato fulgidi esempi del passato, non è una mera esercitazione costruttiva di abbellimento, ma è l’autentica testimonianza di un popolo, di una comunità che ricorda e rende omaggio ai suoi figli. E quel popolo, quella comunità che ignora e vive alla giornata dietro il “quotidiano”, non avrà mai un futuro degno di rispetto, anche per le future generazioni.
Prendete ad esempio la strenua lotta assunta dall’Associazione Radici sulla necessità di salvare quella mattonella datata 1397, e testimonianza del tempo proprio di quella torre Acquaviva che tutti i moscianesi prendono a paragone, con orgoglio ed a ragione. Quando un popolo ignora questi sentimenti e questi principi, vi è prova che in quella comunità non alberga la cultura o la sensibilità storica. Voglio sperare che gli uomini di buona volontà che ancora esistono, raccolgano questo “grido di dolore” e smettano una buona volta di essere cinici; è troppo forte ? No, è un semplice modesto invito collocato in una pagina di questo giornale, con la speranza di una risposta seria. Giuseppe Massi.
Articolo pubblicato sul Giornale "La Piazza" n.4 aprile 2011.
“Exegi monumentum aere perennius…non omnis moriar multaque pars mei vitabit Libitinam”; così Quinto Orazio Flacco.
E’ vero che parlava della sua opera poetica, ma i pregevoli versi costruiscono uno dei fondamentali momenti di cui l’uomo si attribuisce e si gloria per il “ricordo”. Il Monumento, dal latino “monumentum” ha sua etimologica derivazione da “monere”, ricordare, con riferimento originario ad un’opera architettonica di grande valore artistico, per assumere, in seguito, il significato più ampio come la funzione commemorativa di un personaggio storico o un avvenimento, oltre quello funerario.
Nella nostra Mosciano, se si va a riguardare il sito ufficiale comunale, alla voce “Monumenti” sono citate solo le chiese e la Torre Acquaviva, ma è ignorata la lapide commemorativa della Grande Guerra. L’Associazione culturale Radici ha più volte segnalato la necessità di dotare la nostra Mosciano di monumenti o lapidi, chiamateli come volete, che ricordino i nostri uomini illustri, come Aurelio Saliceti, in nostri Garibaldini Del Zoppo e anche lo stesso pittore Maestro Patella, non bastano le semplici intitolazioni di strade. Il segno della storia e del rispetto degli uomini che hanno tracciato fulgidi esempi del passato, non è una mera esercitazione costruttiva di abbellimento, ma è l’autentica testimonianza di un popolo, di una comunità che ricorda e rende omaggio ai suoi figli. E quel popolo, quella comunità che ignora e vive alla giornata dietro il “quotidiano”, non avrà mai un futuro degno di rispetto, anche per le future generazioni.
Prendete ad esempio la strenua lotta assunta dall’Associazione Radici sulla necessità di salvare quella mattonella datata 1397, e testimonianza del tempo proprio di quella torre Acquaviva che tutti i moscianesi prendono a paragone, con orgoglio ed a ragione. Quando un popolo ignora questi sentimenti e questi principi, vi è prova che in quella comunità non alberga la cultura o la sensibilità storica. Voglio sperare che gli uomini di buona volontà che ancora esistono, raccolgano questo “grido di dolore” e smettano una buona volta di essere cinici; è troppo forte ? No, è un semplice modesto invito collocato in una pagina di questo giornale, con la speranza di una risposta seria. Giuseppe Massi.
Articolo pubblicato sul Giornale "La Piazza" n.4 aprile 2011.
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