Questa è la dimostrazione di che razza sono fatti i nostri politici!!!
Michele
Caro Michele non ti rattristare più di tanto, prima o poi dopo la peste il sereno ? mah ! Giuseppe Massi
domenica 27 febbraio 2011
sabato 26 febbraio 2011
schifezze mondiali
Michele ha detto...
questa è la dimostrazione di che razza sono fatti i nostri politici!!!
26 febbraio 2011 07:32
questa è la dimostrazione di che razza sono fatti i nostri politici!!!
26 febbraio 2011 07:32
mercoledì 23 febbraio 2011
domenica 20 febbraio 2011
Spezzatino o zapping di letture.
Le mie letture: spezzatino notturno.
In un passaggio televisivo di egregia fattura, ho rivisto Carlo Fruttero dichiarare e declamare, tra una sigaretta e l’altra, magari di nascosto della moglie o della figlia, la storia della sua vita e delle sue opere. Carlo Fruttero è la mia ossessione ( da ultimo “Mutandine di chiffon”; pensate non mai riesco a finire di leggere il libro a quattro mani con Lucentini “A che punto è la notte”; lo leggo e poi lo abbandono a tre quarti; inizio a rileggerlo daccapo e poi lo abbandono nuovamente, quasi come un amore non convinto con appuntamenti mancati che si rinnovano all’infinito, purtroppo nella difficoltà di lettura di un pensiero anche criptico. Il prete don Pezza nella chiesa di Santa Reparata, con la teoria dello “pneuma” ed il castello di tubi all’interno della casa di Dio. Poi i vari personaggi, affaticati, problematici e sofferenti. Fruttero in quell’intervista ha affermato- e mi sono commosso- che per lui la lettura è come lo “zapping televisivo” o giù di lì. Prende, legge, lascia, riprende, questo o quel libro, quel romanzo, quel saggio; sicuramente questo non per la Poesia, che si brucia in attimi lirici e riflessivi, che con concedono pause o abbandoni repentini. Per me, vorace lettore, è la stessa cosa. Per me, ormai costretto a notturne divagazioni, in prigionia del letto, per poi evadere prima dell’alba, la lettura è uno spezzatino. Mi spiego, calma, non parliamo di culinaria. Compro libri in quantità perché, ormai, la lettura è una droga da consumare di notte e nei piacevoli pomeriggi di quel letto che, con la notte, guadagno con piacere, come una liberazione al contrario. L’appuntamento della lettura è come un randez-vous con un amico che non ha mai lasciato e di cui non ti sei dimenticato. Mio fratello è stata una figura di importanza determinante per la mia modesta cultura e per l’incitazione a leggere. Lui che leggeva di tutto, voracemente e mi sollecitava; per questo lo ringrazio, sperando che mi senta dall’aldilà. Cominciò, dopo lo studio e le letture classiche, tragedie e commedie greche e latine, fino ad affrontare le opere di Freud che io assumevo dopo di lui, con una strana curiosità che mi ha segnato per tutta la vita. Poi e nello stesso tempo, gli autori russi, americani, francesi, spagnoli…, fino all’incredibile lettura di un altrettanto incredibile racconto “Il bevitore di vino di palma”, frase ripetuta all’infinito di quel narratore, Amos Tutuola, che raccontava del suo popolo, gli Yoruba. Fu un esercizio masochistico oltre misura per dare il segno non solo a noi stessi di quella voracità e curiosità amplificata nel tempo. Poi le raccolte dei “rilegati verdi” della collana Edizioni Medusa ed i gialli di grandi fattura. Tutto e di tutto insomma, in una misura esagerata. Oggi, mi trovo di notte a leggere tutti i “moderni”, prediligendo gli autori italiani perché scrivono nella mia lingua; e questa è un’altra storia: le traduzioni di autori stranieri sicuramente falsificano il significato non solo delle semplici parole, ma gli idiomi, il circolo del pensiero e del racconto, le intime motivazioni della scrittura ed i derivati sentimenti di spontanee risate notturne. La mia camera e le altre stanze, di cui ho la disposizione forzata contro i miei familiari che sopportano a malapena le improvvise incursioni di depositi, compresa la il vecchio tetto della casa di Mosciano che mi attende con nostalgica passione, è piena di libri, chiusi, aperti, letti, letti a metà, interrotti, riletti, qualche volta buttati all’aria con un atto irriverente per l’autore ma di liberazione per me quando scopro di avere preso una bufala. Non è rabbia, ma dispiacere per l’autore e per chi ha il coraggio di pubblicare libri e romanzi orrendi. Ma il mio amore è per Piero Chiara con i suoi racconti e per Camilleri.
Andrea Camilleri, croce e delizia, per le sue repentine ristampe con copertine diverse; quante fregature ho preso, perché distratto e ormai prigioniero della sclerosi da ricordo, e perché ho acquistato di tutto dell’autore, doppioni di libri già letti.
Oggi ho piacere di leggere gli emergenti non dimenticando di ripetere il “rispolvero” dei classici che Andrea De Carlo ha definito “pietrificati dal tempo” (ma non credo sia stata la sua intenzione finale, considerato che i capolavori non si fossilizzano mai ma sono sempre vivi ed attuali). Ho letto in una notte “Lei e Lui” di Ammanniti ed adesso sono alle prese con il grande Andrea De Carlo “Ioelei”, romanzo dove la scrittura ed il pensiero sono formidabili esercizi introspettivi di un amore difficile. Poi, con grande gusto, gli altri, molti dei quali assimilati al mio pensiero di storie “paesane ed ironiche”. Ma per me è difficile fare un elenco esaustivo, nel quale vanno ricompresi tutti da Umberto Eco ad Andrea Vitali, dato il vortice che mi trascina in questo frangente finale della mia vita e mi terrà sempre sospeso fino alla fine di questo spezzatino notturno, come mio padre che morì con “L’Eneide” in mano.
GIUSEPPE MASSI.
Pubblicato su "La Piazza" n.3 febb.2011, pag. Edito dall'Associazione "La Locomotiva" Mosciano Sant'Angelo.
In un passaggio televisivo di egregia fattura, ho rivisto Carlo Fruttero dichiarare e declamare, tra una sigaretta e l’altra, magari di nascosto della moglie o della figlia, la storia della sua vita e delle sue opere. Carlo Fruttero è la mia ossessione ( da ultimo “Mutandine di chiffon”; pensate non mai riesco a finire di leggere il libro a quattro mani con Lucentini “A che punto è la notte”; lo leggo e poi lo abbandono a tre quarti; inizio a rileggerlo daccapo e poi lo abbandono nuovamente, quasi come un amore non convinto con appuntamenti mancati che si rinnovano all’infinito, purtroppo nella difficoltà di lettura di un pensiero anche criptico. Il prete don Pezza nella chiesa di Santa Reparata, con la teoria dello “pneuma” ed il castello di tubi all’interno della casa di Dio. Poi i vari personaggi, affaticati, problematici e sofferenti. Fruttero in quell’intervista ha affermato- e mi sono commosso- che per lui la lettura è come lo “zapping televisivo” o giù di lì. Prende, legge, lascia, riprende, questo o quel libro, quel romanzo, quel saggio; sicuramente questo non per la Poesia, che si brucia in attimi lirici e riflessivi, che con concedono pause o abbandoni repentini. Per me, vorace lettore, è la stessa cosa. Per me, ormai costretto a notturne divagazioni, in prigionia del letto, per poi evadere prima dell’alba, la lettura è uno spezzatino. Mi spiego, calma, non parliamo di culinaria. Compro libri in quantità perché, ormai, la lettura è una droga da consumare di notte e nei piacevoli pomeriggi di quel letto che, con la notte, guadagno con piacere, come una liberazione al contrario. L’appuntamento della lettura è come un randez-vous con un amico che non ha mai lasciato e di cui non ti sei dimenticato. Mio fratello è stata una figura di importanza determinante per la mia modesta cultura e per l’incitazione a leggere. Lui che leggeva di tutto, voracemente e mi sollecitava; per questo lo ringrazio, sperando che mi senta dall’aldilà. Cominciò, dopo lo studio e le letture classiche, tragedie e commedie greche e latine, fino ad affrontare le opere di Freud che io assumevo dopo di lui, con una strana curiosità che mi ha segnato per tutta la vita. Poi e nello stesso tempo, gli autori russi, americani, francesi, spagnoli…, fino all’incredibile lettura di un altrettanto incredibile racconto “Il bevitore di vino di palma”, frase ripetuta all’infinito di quel narratore, Amos Tutuola, che raccontava del suo popolo, gli Yoruba. Fu un esercizio masochistico oltre misura per dare il segno non solo a noi stessi di quella voracità e curiosità amplificata nel tempo. Poi le raccolte dei “rilegati verdi” della collana Edizioni Medusa ed i gialli di grandi fattura. Tutto e di tutto insomma, in una misura esagerata. Oggi, mi trovo di notte a leggere tutti i “moderni”, prediligendo gli autori italiani perché scrivono nella mia lingua; e questa è un’altra storia: le traduzioni di autori stranieri sicuramente falsificano il significato non solo delle semplici parole, ma gli idiomi, il circolo del pensiero e del racconto, le intime motivazioni della scrittura ed i derivati sentimenti di spontanee risate notturne. La mia camera e le altre stanze, di cui ho la disposizione forzata contro i miei familiari che sopportano a malapena le improvvise incursioni di depositi, compresa la il vecchio tetto della casa di Mosciano che mi attende con nostalgica passione, è piena di libri, chiusi, aperti, letti, letti a metà, interrotti, riletti, qualche volta buttati all’aria con un atto irriverente per l’autore ma di liberazione per me quando scopro di avere preso una bufala. Non è rabbia, ma dispiacere per l’autore e per chi ha il coraggio di pubblicare libri e romanzi orrendi. Ma il mio amore è per Piero Chiara con i suoi racconti e per Camilleri.
Andrea Camilleri, croce e delizia, per le sue repentine ristampe con copertine diverse; quante fregature ho preso, perché distratto e ormai prigioniero della sclerosi da ricordo, e perché ho acquistato di tutto dell’autore, doppioni di libri già letti.
Oggi ho piacere di leggere gli emergenti non dimenticando di ripetere il “rispolvero” dei classici che Andrea De Carlo ha definito “pietrificati dal tempo” (ma non credo sia stata la sua intenzione finale, considerato che i capolavori non si fossilizzano mai ma sono sempre vivi ed attuali). Ho letto in una notte “Lei e Lui” di Ammanniti ed adesso sono alle prese con il grande Andrea De Carlo “Ioelei”, romanzo dove la scrittura ed il pensiero sono formidabili esercizi introspettivi di un amore difficile. Poi, con grande gusto, gli altri, molti dei quali assimilati al mio pensiero di storie “paesane ed ironiche”. Ma per me è difficile fare un elenco esaustivo, nel quale vanno ricompresi tutti da Umberto Eco ad Andrea Vitali, dato il vortice che mi trascina in questo frangente finale della mia vita e mi terrà sempre sospeso fino alla fine di questo spezzatino notturno, come mio padre che morì con “L’Eneide” in mano.
GIUSEPPE MASSI.
Pubblicato su "La Piazza" n.3 febb.2011, pag. Edito dall'Associazione "La Locomotiva" Mosciano Sant'Angelo.
opinio
Anonimo ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "SAN VALENTINO":
sono completamente d'accordo su quello che ha scritto a riguardo la
festa del consumismo san valentino,una festa che non esiste,serve
soltanto a buttare denaro.
san valentino anche la festa di molte coppie ipocrite, che durante la
classica cena si scambiano amore eterno,ma che il giorno dopo o casomai
la sera stessa dopo che sono tornati uno a casa propria se ne vanno a
scopare con l'amante di turno dove tirano fuori tutto quello che non
fanno con il loro partner a cui hanno giurato amore eterno.
sono completamente d'accordo su quello che ha scritto a riguardo la
festa del consumismo san valentino,una festa che non esiste,serve
soltanto a buttare denaro.
san valentino anche la festa di molte coppie ipocrite, che durante la
classica cena si scambiano amore eterno,ma che il giorno dopo o casomai
la sera stessa dopo che sono tornati uno a casa propria se ne vanno a
scopare con l'amante di turno dove tirano fuori tutto quello che non
fanno con il loro partner a cui hanno giurato amore eterno.
lunedì 14 febbraio 2011
SAN VALENTINO
AUGURI A TUTTI GLI INNAMORATI, SE ANCORA CI SONO.
RIFUGGITE LA FESTA E STATEVENE DA SOLI, NON PARTECIPATE ALLE SOLITE ADUNATE ORRENDE DI PRANZI, CENE, SPUMANTI E SENTIMENTI POSTICCI DALLE VELINATE DI ATTUALI COSTUMI. RIFUGGITE LE OFFERTE DI RISTORANTI E LOCALI DOVE SI MANGERANNO: FACCOTTINI AL BACIO, CUORICINI AL SUCCO D'AMORE, BIGNE' DEI FIDANZATINI IN SALSA DI MIELE E ALTRE SCHIFEZZE VARIE, IL TUTTO CON I CAPPELLINI DI PLASTICA, PALLONCINI COLORATI E FISCHIETTI DELLE SOLITE AMERICANATE. LONTANO, DA QUI, LONTANO CON IL SOLO VOSTRO AUTENTICO SENTIMENTO E MAGARI DAVANTI AD UN SEMPLICE PIATTO DI PASTA ALLE VONGOLE. AUGURI A TUTTI.
RIFUGGITE LA FESTA E STATEVENE DA SOLI, NON PARTECIPATE ALLE SOLITE ADUNATE ORRENDE DI PRANZI, CENE, SPUMANTI E SENTIMENTI POSTICCI DALLE VELINATE DI ATTUALI COSTUMI. RIFUGGITE LE OFFERTE DI RISTORANTI E LOCALI DOVE SI MANGERANNO: FACCOTTINI AL BACIO, CUORICINI AL SUCCO D'AMORE, BIGNE' DEI FIDANZATINI IN SALSA DI MIELE E ALTRE SCHIFEZZE VARIE, IL TUTTO CON I CAPPELLINI DI PLASTICA, PALLONCINI COLORATI E FISCHIETTI DELLE SOLITE AMERICANATE. LONTANO, DA QUI, LONTANO CON IL SOLO VOSTRO AUTENTICO SENTIMENTO E MAGARI DAVANTI AD UN SEMPLICE PIATTO DI PASTA ALLE VONGOLE. AUGURI A TUTTI.
sabato 12 febbraio 2011
Decotto incantato 2- MOSCIANO E I NUOVI VANDALI.
"L'arte, i vandali e noi" è il nuovo libro di Gian Antonio Stella e Sergio Izzo.
Si parla delle devastazioni ambientali e dei crimini commessi contro il nostro patrimonio storico ed architettonico.
Anche nella piccola Mosciano ci sono stati e ci sono i nuovi VANDALI: una classe politica imbelle fatta di imbecilli ed ignoranti, con autentico vuoto atomico nella sola scatola cranica, appunto vuota, al servizio di urbanisti e progettisti senza scrupoli a loro volta al servizio della CUPOLA EDILIZIA. A cominciare dalla devastazione della piazza Saliceti a finire alla orrenda sede delle poste, proprio attaccata all'antica e bellissima chiesa del Rosario; e poi le cementificazioni delle nostre antiche mura (campetto del prete)e la previsione della demolizione di parte nord del belvedere (di quello che resta) e l'oscuramento della vista sud del Convento dei Frati, altra opera di pregio. Una certa amministrazione di sinistra commissionò LE MUTANDE alle piante dell'allora via Regina Margherita, oggi Via Passamonti; mutande di mattoni, orrende, ingombranti che soffocarono le antiche piante di quel viale allora solare. E poi i giardini di cemento...fino all'incuria denunciata più volte dall'Associazione Radici e dal giornale Radici, della mattonella del 1397 posta sulla facciata della torre Acquaviva, inutilmente. l'elenco degli orrori è lungo. Invitiamo l'Italia tutta a visitare questo paesello ed a rendersi conto dei vandalismi commessi dagli imbecilli del potere senza sensibilità e cultura. E poi ci sarà qualcuno che parlerà della lesione della nostra immagine, immagine fatta di cittadinanze onorarie e di finta cultura, di ringraziamenti dei maggiordometti della politica da pollaio e di fasce, nastri, diplomi, medagliette, coppe e coppette...
Tanti auguri imbecilli e simpatici ignorantoni! Giuseppe Massi.
Si parla delle devastazioni ambientali e dei crimini commessi contro il nostro patrimonio storico ed architettonico.
Anche nella piccola Mosciano ci sono stati e ci sono i nuovi VANDALI: una classe politica imbelle fatta di imbecilli ed ignoranti, con autentico vuoto atomico nella sola scatola cranica, appunto vuota, al servizio di urbanisti e progettisti senza scrupoli a loro volta al servizio della CUPOLA EDILIZIA. A cominciare dalla devastazione della piazza Saliceti a finire alla orrenda sede delle poste, proprio attaccata all'antica e bellissima chiesa del Rosario; e poi le cementificazioni delle nostre antiche mura (campetto del prete)e la previsione della demolizione di parte nord del belvedere (di quello che resta) e l'oscuramento della vista sud del Convento dei Frati, altra opera di pregio. Una certa amministrazione di sinistra commissionò LE MUTANDE alle piante dell'allora via Regina Margherita, oggi Via Passamonti; mutande di mattoni, orrende, ingombranti che soffocarono le antiche piante di quel viale allora solare. E poi i giardini di cemento...fino all'incuria denunciata più volte dall'Associazione Radici e dal giornale Radici, della mattonella del 1397 posta sulla facciata della torre Acquaviva, inutilmente. l'elenco degli orrori è lungo. Invitiamo l'Italia tutta a visitare questo paesello ed a rendersi conto dei vandalismi commessi dagli imbecilli del potere senza sensibilità e cultura. E poi ci sarà qualcuno che parlerà della lesione della nostra immagine, immagine fatta di cittadinanze onorarie e di finta cultura, di ringraziamenti dei maggiordometti della politica da pollaio e di fasce, nastri, diplomi, medagliette, coppe e coppette...
Tanti auguri imbecilli e simpatici ignorantoni! Giuseppe Massi.
mercoledì 9 febbraio 2011
giovedì 3 febbraio 2011
LA FALSA TESTIMONIANZA
Portateli via da lì, questi c'è rischio che possono cantare e vuotare il sacco.
Uno dei Comandamenti è "Non dire o fare falsa testimonianza"; che dicono la Chiesa ed i preti ? Chi dice o fa falsa testimonianza pecca ? E se pecca, quale è la penitenza ? Se continuano a peccare, possono entrare in Chiesa o possono ricevere la Comunione ? Cicù, cicù: qualcuno mi risponda. Anche le beghine , i codini, i benpensanti et cetera, possono partecipare; non costa niente, solo rispondere alla propria COSCIENZA CRISTIANA. C'è qualche Prete che ha già avuto ed ha questo coraggio.
Giuseppe Massi.
Uno dei Comandamenti è "Non dire o fare falsa testimonianza"; che dicono la Chiesa ed i preti ? Chi dice o fa falsa testimonianza pecca ? E se pecca, quale è la penitenza ? Se continuano a peccare, possono entrare in Chiesa o possono ricevere la Comunione ? Cicù, cicù: qualcuno mi risponda. Anche le beghine , i codini, i benpensanti et cetera, possono partecipare; non costa niente, solo rispondere alla propria COSCIENZA CRISTIANA. C'è qualche Prete che ha già avuto ed ha questo coraggio.
Giuseppe Massi.
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